Weekend da Giovani Marmotte

Dopo alcuni giorni di riflessione (ovvero nanna e studio ad oltranza), eccomi pronta a narrare le gloriose gesta delle audaci eroine e dell'impavido eroe, che insieme a me hanno affrontato il weekend sportivo in quel di Crego.
E' difficile da parte mia esprimere con parole le emozioni provate vivendo con questi scriccioli 24ore su 24 durante questi tre giorni fuori porta.
Per questo motivo, per il momento, mi limito a descrivere quanto vissuto.

Arrivati a destinazione...
Venerdì partiamo appunto alla volta di Crego, paesino di 6 abitanti, in cui la tranquillità regna sovrana...ma solo fino al nostro arrivo!
Dopo aver salutati i genitori, ci incamminiamo verso il muro del diavolo.
Durante la camminata, le bambine ed il cavaliere Alessandro si sono arrampicati su ogni singola roccia a loro disposizione, senza alcuna paura di sbucciarsi le ginocchia!
Arrivati a destinazione, facciamo una piccola pausa, in cui Edoardo, la guida alpina, ci insegna come utilizzare la bussola e durante il tragitto di ritorno facciamo un esperimento, cercando di mettere in pratica quanto appreso poco prima.
Tra un "sono stanca" ed un "tra quanto arriviamo?", raggiungiamo il rifugio in cui alloggiamo e ci prepariamo per la cena.
Dopo mangiato, le bambine, capitanate dall'onnipresente cavaliere, vanno in esplorazione e scoprono una piazzetta (1m x 1m) dove passeranno la maggior parte del loro tempo libero!

Sabato, ore 6.20...

La sera, complice l'entusiasmo di essere lontani da casa e sicuramente in buona compagnia, il sonno sembra non voler arrivare e ora che gli occhi si chiudono è ormai molto tardi.
Un famoso detto insegna che: la sera leoni, la mattina....pesci lessi!
Invece, ore 6 del mattino, i primi occhi si aprono e la voglia di cominciare la giornata è tanta!!




Sabato mattina, per la gioia di grandi e piccini, prima prova: arrampicata!
Colazione dei campioni per affrontare la giornata e poi via verso la meta tanto attesa.
A farci da guida in questa nuova esperienza, Massimo, che per l'occasione si è presentato in veste di istruttore di arrampicata.
Arriviamo alla parete KOALA VIA N.45 e per cominciare, ci mettiamo le imbragature.
Massimo da qualche informazione su come affrontare questa sfida: ci spiega come fare il nodo a forma di otto da legare alla nostra imbragatura, in modo tale da rimanere sempre in sicurezza, ci spiega poi cosa deve fare chi sta sotto e tiene la corda a colui che invece sta scalando la montagna...
Insomma, qualche suggerimento e via...pronti a sfidare l'altezza!
Attimi dell'arrampicata...
Clara è la prima a salire, seguita da Alessandro e Sveva, la più piccola del gruppo (5 anni), che non ancora troppo sicuri, decidono di scendere a metà della salita e di ritentare più tardi.
Le prossime sono Maddi e Marti (M&M), che temerarie, arrivano, già nella prima prova, nel punto più alto della montagna dove Massimo era arrivato per primo ed aveva posizionato i moschettoni.
Arriva poi il turno di Ludo e Lucia, ma anche loro decidono di provare a raggiungere un punto più alto nel secondo giro.
Una volta terminati i bambini, sono le super mamme a salire. Paola e Rosita, in men che non si dica sono su in cima, che ci guardano soddisfatte per aver compiuto l'impresa!
Incomincia così il secondo giro. Dopo aver capito qual è il trucco per arrivare in alto e dopo aver preso fiducia, tutti hanno migliorato i proprio risultati!

Vietato scappare!

Mentre a turno ci si prepara a salire, la sottoscritta, che per l'occasione si è presentata in veste di paparazzo, viene colta alla sprovvista.
Ludo, per prima, mi chiede il motivo per cui non volessi provare ad arrampicarmi.
Arrampicandomi sui vetri in cerca di scuse, qualche vocina dolce mi chiede per favore (testuali parole) di provarci. La tentazione comincia ad essere forte, ma non vedendomi troppo sicura, i bambini mi legano come un salame. Mi mettono le scarpetta d'arrampicata e l'imbracatura e mi tengono costantemente controllata, per evitare una mia fuga.
Colto al volo il momento di follia, comincio anche io a scalare la montagna....ma ahimè, facciamo tardi per il pranzo!




Come da programma, il pomeriggio, capatina alle Terme di Premia.
Due piscine esterne da cui puoi osservare il panorama, due piscine interne con idromassaggio e percorsi con acqua fredda ed acqua calda....
Insomma, due ore di relax dopo una mattinata abbastanza impegnativa!
Tornati al rifugio, le nostre giovani marmotte continuano ad esplorare il posto ed a raccontarsi chissà quali belle storie.
Dopo cena, ci prepariamo in assoluto silenzio per andare nel bosco in cerca di caprioli.
Il paesaggio intorno a noi offre tante lucciole, che illuminano ad intermittenza il buio che ci avvolge.
Ci fermiamo su una riva, da cui scopriamo un meraviglioso capriolo con gli occhi gialli, che da lontano ci osserva e poi, con tanta grazia, si allontana per raggiungere la sua mamma.
Rientriamo dalla passeggiata notturna e i bambini riprendono a raccontarsi le loro cose assaporando un gelato.
Noi adulti, invece, complice Vincenzo, che ci ha raggiunti in mattinata, facciamo un brindisi a questi tre giorni in compagnia di persone meravigliose.
La stanchezza della giornata e della baldoria della sera precedente comincia a farsi sentire.
Si sentono i primi "Carola andiamo a dormire?".
L'ora della nanna è vicina: pigiama, lavaggio dei denti e di corsa sotto le coperte.
Il tempo di augurare una buonanotte generale e tutti soccombono tra le braccia di Morfeo.

Domenica, ultima giornata al rifugio Monte Zeus.
Camminando verso gli orridi...
Ci svegliamo presto in modo da poter sfruttare tutta la mattina. Altra colazione dei campioni per affrontare bene l'escursione agli Orridi di Uriezzo.
Edoardo, la guida che il venerdì precedente ci ha portati al muro del diavolo, è già fuori ad aspettarci insieme ai genitori che hanno deciso di aggregarsi a noi per questa gita finale.
Scendiamo in macchina alla parete d'arrampicata e da lì comincia la nostra escursione.
Due ore di camminata in cui scopriamo paesaggi stupendi, caratteristici della zona.
Cominciamo dall'Orrido Nord-Est, lungo 100 metri e profondo 10, che alterna passaggi stretti a sale più ampie. Data l'impossibilità di proseguire attraverso l'Orrido Ovest, che rimane molto esposto, a strapiombo sulla vallata, torniamo sui nostri passi e imbocchiamo la strada sterrata che ci porta all'Orrido Sud, lungo 200 metri e profondo dai 20 ai 30.
Il percorso non presenta grandi difficoltà e alterna gradoni in pietra a scalinate in ferro nei punti più difficoltosi.
Lo spettacolo di questo Orrido è garantito ed anche qui, man mano che si avanza, passaggi più stretti (in cui si fatica a vedere il cielo) si alternano a zone più ampie.
All'uscita alcune piccole cascate rendono magico il paesaggio.
Marmitte dei Giganti

La nostra passeggiata continua verso le Marmitte dei Giganti, lungo il fiume Toce. Da qui si possono osservare le caratteristiche forme di erosione della roccia, scavate dalla violenza delle acque di fusione del ghiacciaio.
Dopo aver guardato attentamente questo paesaggio suggestivo, ci incamminiamo verso il rifugio.
Ultimo pranzo in compagnia dei genitori che sono venuti a prenderci per tornare a casa.
Il tempo di ridere e scherzare ed è già ora di mettersi in viaggio.
Un gruppetto, invece, facendo uno strappo alla regola, ha tirato dritto fino alle Cascate del Toce prima di tornare alla vita reale.






Ecco il link all'album fotografico di questo ritiro:
Crego (20-22 giugno 2014)

Volevo aggiungere un commento personale riguardo a questi tre giorni lontani da casa, purtroppo però, continuo a non trovare le parole giuste per descrivere le emozioni provate stando sempre accanto ad ognuna di loro.
Vorrei anche evitare di cadere nel banale "è stato bello" oppure "ci siamo divertite un sacco".
Sono cose assolutamente vere, ma rischiano di sminuire ciò che ogni istante passato accanto a loro mi abbia fatto provare.
Il mio desiderio è che loro siano felici (a maggior ragione quando sono insieme a me) e le loro faccine sorridenti sono per me la prova di essere riuscita in questo arduo compito.

Non è mia intenzione tediarvi ulteriormente, quindi vi lascio con uno dei passi che più mi piace dei libri di Janusz Korczak...

- DITE: "E' FATICOSO FREQUENTARE I BAMBINI."
AVETE RAGIONE.
POI AGGIUNGETE: "PERCHE' BISOGNA METTERSI AL LORO LIVELLO,
ABBASSARSI, INCLINARSI, CURVARSI, FARSI PICCOLI."
ORA AVETE TORTO.
NON E' QUESTO CHE PIU' STANCA.
E' PIUTTOSTO IL FATTO DI ESSERE OBBLIGATI AD INNALZARSI 
FINO ALL'ALTEZZA DEI LORO SENTIMENTI.
TIRARSI, ALLUNGARSI, ALZARSI SULLA PUNTA DEI PIEDI.
PER NON FERIRLI. -

Carola

Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

AYERS ROCK GALLARATE - VARESE YOUNG EAGLES

INTERVISTA IMPROBABILE A...NICOLA MOLINARIO